giovedì 15 luglio 2010

ROMA 10 GIUGNO 1940

L'anno precedente, il 1939, si stava chiudendo nell'ultimo quadrimestre con l'inizio della Seconda Guerra Mondiale.
L'Italia ne era ancora fuori, ma alcuni segnali non facevano presagire nulla di buono e la storia lo ha confermato.
Proprio in quell'anno il Coro della Cappella Lateranense diretto da monsignor Raffaele Casimiri
venne invitato da monsignor Lorenzo Perosi autore di musica sacra e direttore del Coro della Radio Vaticana, ad una trasmissione della stessa Radio diffusa in tutto il mondo.
Io che non avevo ancora dieci anni e mio fratello più grande che ne aveva circa dodici, facevamo
parte di quel coro della Basilica di San Giovanni in Laterano come voci bianche.
Era il pomeriggio inoltrato del 10 giugno 1940 e noi ragazzini componenti del coro, dopo le prove di quel giorno, avevamo pensato bene di fare un partita di pallone proprio nella enorme piazza antistante l'ingresso dell'edificio dove ci recavamo per le prove.
Nella Piazza di Porta San Giovanni oltre all'Ospedale omonimo – per le volte in cui ci sono entrato lo considero la mia seconda casa - vi sono: un obelisco al centro alto oltre trenta metri; il Battistero Lateranense dove sono stato battezzato; alcuni palazzi di civile abitazione e il Palazzo Lateranense che subì gravi danni nell'attentato dinamitardo del 28 luglio 1993.
Ci meravigliammo non poco noi ragazzini nel vedere che l'intera piazza era completamente deserta non circolavano i mezzi pubblici e neppure i rari mezzi privati di quegli anni. Anche i passanti si potevano contare sulle dita di una mano.
Non ci chiedemmo il perché di tutto questo, avevamo ben altro da pensare.
Dopo appena una ventina di minuti una parola urlata con voce stentorea risuonò nella piazza: ITALIANI !...seguita da applausi scroscianti e dalle grida: duce, duce, duce.
Ci demmo un'occhiata intorno e notammo che sui tetti dei palazzi che circondavano la piazza erano stati installati un gran numero di grossi altoparlanti di colore celestino con la scritta Germini, una ditta di apparecchiature radiofoniche, dischi etc, che aveva un suo negozio qui a Roma, in via delle Tre Cannelle proprio di fronte a quella scalinata e a quel palazzo dove sono state girate alcune scene del famoso film "I soliti ignoti".
Ascoltammo in silenzio il discorso del Mussolini con il quale, dal famoso balcone, annunciava ad una folla oceanica riunitasi in Piazza Venezia la dichiarazione di guerra presentata alle nazioni "demoplutomassoniche" - così lui le appellò - Francia e Gran Bretagna.
Un delirio di applausi e grida entusiastiche provenienti da sotto quel balcone di palazzo Venezia accompagnò quel discorso durante l' intera sua durata.
Soltanto nei giorni seguenti cominciammo a renderci conto di ciò a cui stavamo andando incontro.
La guerra, una tragedia enorme e dalle conseguenze disastrose che iniziava ma della quale non si poteva prevedere quando e come sarebbe finita.
10 GIUGNO 1940 – 25 APRILE 1945 quasi cinque anni tra bombardameti, distruzione, enormi danni, fame, occupazione, persecuzione di ebrei e antifascisti, rastrellamenti, migliaia e migliaia di morti e feriti.
Questi una parte dei risultati di quella sciagurata dichiarazione di guerra.

26 commenti:

Armando ha detto...

PRIMOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!

Armando ha detto...

leggo e commentoooooo!

Armando ha detto...

Racconto affascinante. Personalmente ascolto sempre volentieri le storie di chi ha vissuto la guerra, mio padre in primis.
Lo sai che nell'attentato del 1993 io mi trovavo proprio li in quella piazza? ero su di una vespetta con un mio amico e miracolosamente non ci siamo fatti nulla. Solo un cascatone sull'asfalto ....

un abbraccio

riri ha detto...

Ciao Aldo, sono ricordi limpidissimi..difficili da dimenticare, io ho ancora una bibbia di mia madre edita da una casa editrice fascista.....
La guerra è atroce, quell'ultima e speriamo che lo sia, è stata allucinante..io sono nata nel dopoguerra, ricordo solo la difficoltà a "tirare avanti"..per il resto ho i racconti dei vecchi del porto..
Un abbraccio Aldo e buona giornata.

Enrico Bo ha detto...

Certo che poter dire "io c'ero quel giorno" è una bella emozione. La gente ci ha creduto, però, allora. La gente ci crede sempre, quando gli racconti che tutto va per il meglio, che sono tutte balle, i ladri saranno quattro vecchi rincoglioniti e ti vota pure e si incavola se non ti lasciano in pace. Ce ne accorgiamo sempre trent'anni dopo, ma questa è la storia del mondo.

Nou ha detto...

Caro Aldo, sei un tutt'uno con la tua città. Ce la descrivi unita alla tua storia personale che, in questo racconto, è la storia di tutti i ragazzini romani di quegli anni. Nella tua precisa testimonianza dei fatti e dei luoghi ci regali una Roma inedita e mi fai viaggiare nella Storia attraverso le vie, le piazze, i monumenti che sono scolpiti dentro di te e ce li rendi familiari.
Mi sento privilegiata di averti conosciuto.
Ciao carissimo e buona giornata.
Nou.

Sarah ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Sarah ha detto...

Buongiorno Aldo! Ho letto con interesse ciò che hai scritto perchè spesso mi fermo a pensare a cosa deve esser significato vivere in quegli anni. Difatti, con frequenza, costringo i miei nonni a ripetere storie già raccontate innumerevoli volte... non mi stancherei mai di ascoltare.

enzo ha detto...

Una folla è folle, incapace di spirito critico. Emulazione e desiderio di stare con la maggioranza fanno il branco, e questo è capace di qualsiasi cosa, in genere cose orribili.
Mio nonno, classe 1898, visse la prima guerra, a diciassette anni era sul Carso, con l'acqua alla gola e fucile in mano. Quando ero bimbetto mi raccontava sempre la stessa scena, lui e un commilitone in quella buca, un colpo prese in pieno il suo amico e lui se lo vide morire così, in un attimo.
Le guerre di oggi, quelle che gran parte dell'occidente reputa "giuste" o quantomeno "inevitabili", ricalcano ciò che la guerra è stata da SEMPRE: una questione di potere, capitale e stupidità.
Se solo ricordassimo l'orrore, già sarebbe un passo in avanti, ma abbiamo una propensione all'oblio, e l'ignavia è dilagante.

Ellys...o meglio Martina ha detto...

Tu c'eri e hai vissuto con occhi di bambino quel periodo nero. Sono felice però che tu possa raccontarlo, purtoppo ci sono persone che non ce l'hanno fatta. E' incredibile con quanta nitidezza affiorino i tuoi ricordi. Questo blog è molto bello perchè sembra un diario di avventure...hai mai pensato di cambiare il titolo del blog in "Diario di avventure"? Credo che gli sia ddica di più :)

zefirina ha detto...

mi hai fatto ricordare il film una giornata particolare, stessa atmosfera

Punzy ha detto...

Cosa si prova ad aver "vissuto la storia@? bacioni

luly ha detto...

Leggere della guerra e delle conseguenze che ne derivano è sempre doloroso....immagino cosa significhi averla vissuta. Quest'anno, avendo avuto una quinta elementare, mi sono addentrata con i bambini nello studio approfondito della Shoah, abbiamo fatto alcune uscite didattiche sul territorio presso la sinagoga ebraica, abbiamo ascoltato storie di rastrellamenti, di dolore e, fortunatamente, di salvezza.....la testimonianza di una donna scampata al rastrellamento del 16 ottobre 1943 nel Ghetto romano.
Grazie per questo scorcio di storia, la nostra e di quanti, come noi, vogliono ricordare......
Ti abbraccio forte.

Nicolanondoc ha detto...

Non c'ero, i ricordi per me sono quelli che mi ha raccontato mio padre, tornato dalla Russia con una pallottola nella spalla..le guerre fanno troppo male, almeno risolvessero qualcosa, invece sono inutili in tutti i sensi, ma arricchiscono troppe persone..
Un saluto.
ps. il video è stato rimosso.

Lu ha detto...

Se mai ne hanno una, l'unica utilità delle guerre è che quelle del passato dovrebbero insegnare qualcosa e soprattutto non dovrebbero ripetersi. Ma è insito nella natura umana: l'uomo vuole dominare e per farlo è disposto a qualsiasi cosa.
Non so perchè, ma i racconti sulla WW2 mi hanno sempre 'affascinato', se capisci cosa intendo: ho visitato il cimitero americano in Normandia e quel mare di croci bianche è davvero emotivamente devastante. Un bacio caro Aldo, e grazie per condividere le tue belle e vissute storie di vita.

Angelo azzurro ha detto...

Credo che aver vissuto certi momenti faccia un certo effetto, soprattutto a distanza di anni quando la consapevolezza del poi ti fa leggere tutto in una luce diversa. A quel tempo poi, eri troppo giovane per capire i risvolti di un tale annuncio.

Susanna ha detto...

Veramente, immagino che magari la cosa non ti sarà parsa inquietante perché eri piccolo.
A me comunque ha sempre sconvolto la frase del Mussolini "l'ora segnata dalla storia batte nel cielo d'Italia" o qualcosa del genere.
Mi son sempre immaginata la gente che guardava in aria con espressione stranita per vedere dov'era l'ora che batteva.

Ady ha detto...

Mi piace leggere quello che scrivi e come lo scrivi, mi piacerebbe ancor di più sentirti raccontare, magari passeggiando per le vie della tua città, fermandoci nei vicoli, agli angoli delle strade che sono state le scenario della tua grande vita. baci

il monticiano ha detto...

@Armando: Perbacco, testimone oculare! Fortunatamente te e il tuo amico ve la siete cavata. I ricordi di quella guerra li ho sempre presenti.
Un abbraccio anche a te e ai tuoi.

@riri: Suppongo che i racconti di quei vecchi del porto ti asbbiano colpita. Sì cara, la guerra è una cosa sporca.
Un abbraccio e buonanotte.

@enrico: Una storia del mondo e più in particolare quella nostra
veramente brutta, da dimenticare
al più presto.

@Nounours: Ho cercato di descrivere quel giorno e quei luoghi il meglio possibile e naturalmente mi fa piacere sapere che l'hai apprezzatoCiao cara e buonanotte.

@Maraptica: Vivere quegli anni è stato terribile e i tuoi nonni
ricordando quello che hanno passato fanno benissimo a raccontartelo.

@il giardino di enzo: Così stanno le cose caro Enzo, purtroppo. Ci si dimentica degli orrori delle guerre e si torna a commettere gli stessi maledetti errori.

@Ellys...Martina: Carissima ormai mi sono affezzionato al titolo di questo blog perché mi ricorda il luogo dove sono nato. Ad ogni modo ti ringrazio per il suggerimento.

@zefirina: Hai perfettamente ragione, ci sono alcuni punti di contatto con quel film, tra l'altro molto bello.

@Punzy: Quano ripenso a quei giorni mi viene la pelle d'oca.
Bacioni anche a te.

@luly: Si comprende benissimo che sei un'insegnante cone si deve. Le nuove generazioni devono conoscere le atrocità commesse durante quella guerra ed anche a causa di tutte le guerre.
Un abbraccione a tutti voi.

@Nicolanondoc: Grazie Nicola, tu hai addirittura un ricordo tangibile di quella guerra: ciò che è accaduto al tuo papà.
Un caro saluto anche da me.

@Lu: Purtroppo non solo in Normandia. Di cimiteri ce ne sono anche qui vicino Roma: Anzio e Cassino. Una distesa di croci che dovrebbe far cambiare radicalmente idea a chi con le guerre ci si arricchisce persino.
Un bacione anche a te cara Lu.

@Angelo azzurro:Quello che hai detto è verissimo. Per fortuna infatti, data la mia giovanissima età, ne capivo quasi niente.

@Ibadeth: Anche a me sembra di ricordare una frase del genere piena tra l'altro di altre parole ancora più deliranti. E la gente abboccava, così come sta accadendo adesso.

@ady happyborn: Grazie, posso assicurarti che sarebbe molto piacevole anche per me passeggiare e raccontarti molte storie di questa bella città.
Baci anche a te.

Anonimo ha detto...

Sto scrivendo ai Beni Culturali di Roma di iscriverti come monumento nazionale ad alto indice di protezione. Se vedi arrivare dei tizi che ti mettono un timbro in fronte , no te preocupe, oltretutto ogni tanto verranno a restaurarti a gratis.

Francy274 ha detto...

Ciao Aldo,
rieccomi come sempre in coda :))
Ormai ne conosci i motivi, ma non manco mai di leggere i Tuoi stupendi racconti.

Non immagini quanto mi incanti nell'ascoltare la storia attraverso gli occhi di chi l'ha vissuta. Si lo so, mi tocca leggerTi comunque, ma credimi è come se sentissi la Tua voce..
Però, una cosa l'aveva azzeccata Mussolini, il definire demoplutomassoniche la Francia e l'Inghilterra.. peccato che il risvolto sia stato portare gli italiani in guerra.
Sebbene nulla è cambiato, il clone sta combinando disastri maggiori e nessuno potrà mai rimproverargli d'avere dichiarato guerra alla Popoasia, eppure i morti in Italia non mancano nemmeno oggi.. non siamo in guerra? Bisognerebbe dirlo ai lavoratori, ai piccoli imprenditori, ai carcerati, agli autisti, agli ammalati e via dicendo.
Bel post, grazie per la Tua bellissima memoria storica che ci porta a confrontare.. magari anche a cambiare, chi sa!
Un abbraccio

il monticiano ha detto...

@ALEPH: Protezione. Praticamente come un Panda.
Spero che non arrivino tizi per fare graffiti, che abbiano un po' di rispetto.

@Francy274: Il guaio grosso che il clone e i suoi lecchini non prendono atto di quello che sta passando questo nostro Paese.
Il ddl sulle intercettazioni è molto più importante e urgente, razza di mascalzoni che non sono altro.
Scusa, un saluto e un abbraccio.

@La Mente Persa: Dopo quella maledetta guerra gli italiani
risollevarono l'Italia.
Adesso 'sta gentaglia che ci sgoverna la sta distruggendo.
La tristezza è contagiosa.

Lu ha detto...

Nonostante tutto, caro Aldo ti auguro un lieto fine settimana.
Un grosso bacio!

il monticiano ha detto...

@Lu: Ed io faccio altrettanto ringraziandoti ed abbracciandoti.

Anonimo ha detto...

Aldo

passo per un abbraccio e un bacio!!

Ornella

Nicole ha detto...

Una volta le guerre aprivano cmq alla speranza di giorni migliori. Ora le guerre sono solo sterili, inutili più che mai e portano solo dolore su dolore...

Tu sei la memoria di tante cose...