lunedì 30 giugno 2014

METAMORFOSI DI UNA FIGLIA

Una ventina di anni fa feci conoscenza con una signora più anziana di me, vedova, di corporatura abbondante, non vedente e claudicante la quale essendo venuta a sapere della mia precedente attività lavorativa mi aveva chiesto alcune informazioni alle quali feci in modo di dare una risposta soddisfacente.
Così avvenne e sin da allora, risiedendo nello stesso mio Rione, la incontravo spesso sottobraccio alla sua unica figlia che le faceva da accompagnatrice e le sussurrava il nome delle persone che incontrava.
La figlia, per nulla attraente, era una venticinquenne anche lei abbastanza robusta, di bassa statura, capelli castani e occhiali da vista. Non appena c'incrociavamo entrambe mi salutavano con un sorriso e, quando possibile, si faceva anche un po' di conversazione.
Naturalmente c'erano dei lunghi periodi in cui non ci s'incontrava, soprattutto d'inverno o durante certe giornate d'estate troppo calde.
Da qualche tempo però mi capitava d'incontrare soltanto la figlia con la quale ci scambiavamo il solito sorriso.
Giusto il mese scorso incontrai di nuovo solo la figlia e allora le chiesi notizie di sua madre e lei mi rispose con un sorriso amaro "mamma non c'è più". La scomparsa era avvenuta appena dieci giorni prima. Mi disse allora che si sentiva molto sola e che, ormai quarantacinquenne, alle soglie della mezza età, vedeva il suo futuro molto incerto. Cercai di fare del mio meglio per consolarla e darle coraggio, poi ci salutammo.
La settimana scorsa mi stavo incamminando verso il parco vicino casa quando vidi venirmi incontro una persona che da lontano salutava e sorrideva. Mi voltai pensando che stava salutando qualcuno dietro di me ma non c'era neppure un cane. Quando fummo abbastanza vicini mi accorsi che era la figlia di quella signora più anziana di me che era scomparsa di recente.
Feci fatica a riconoscerla perché era elegantemente abbigliata con una gonna di colore blu e una camicetta bianca merlettata, volto rubizzo, capelli corti biondissimi - prima li aveva castano scuro - occhiali da vista alla moda e un ampio sorriso.
Ricambiai sorriso e saluto e procedetti oltre.
Completamente trasformata - ed in meglio - tanto che mi sto ancora chiedendo se era la "lei" che conoscevo sia pure di vista.
Poi mi sono detto "Aldo ma a te che te ne frega se è così diversa da prima?".
Mi detti ragione da solo.

6 commenti:

Unknown ha detto...

Che si senta più libera, adesso?
Forse tenta di incontrare l'anima gemella : auguriamoglielo.
Ciao Aldissimo!
Cristià

Tomaso ha detto...

Caro Aldo, credo che la conclusione è che per lei sia cambiata la vita, però non dimenticherà sicuramente la mamma che per molti anni l'aveva inconsapevole legata a se.
Ora quella figlia è iniziata un po tardi la sua giovinezza.
Ciao e buona settimana caro amico.
Tomaso

Mariella ha detto...

Ha preso coscienza che la vita non finisce e soprattutto che non è bello sopravvivere: bisogna vivere.Ora si sta mettendo in gioco.
Non è mai troppo tardi.
Buon inizio settimana caro Aldo.

Cri ha detto...

Sono eventi che fanno piacere. E danno speranza. Viva la vita :)

zefirina ha detto...

evidentemte ha cominciato a pensare a sè stessa ed è rifiorita

Cavaliere oscuro del web ha detto...

Bisogna vivere ogni momento della nostra vita.
Salutoni a presto.