Stava per
sedersi su di una panchina del parco vicino casa quando si accorse
che in terra, proprio sotto la stessa panchina, c'erano i resti di
quella che una volta era stata un fotografia, a colori, ed anche
piuttosto grande, forse una 12x18. La cosa che maggiormente lo
incuriosì fu che la foto era stata ridotta in quattro pezzi uguali
come se chi l'avesse rotta avesse curato che i quattro pezzi fossero
della stessa identica misura. Si guardò intorno poi li raccolse,
cercò di unirli tra di loro e restò a fissare a lungo l'immagine
contenuta nella foto. Una donna giovane, forse della sua stessa età,
intorno ai trent'anni, di una bellezza particolare, non appariscente,
capelli e occhi nerissimi, corpo moderatamente in carne, vestita
elegantemente ma con sobrietà. Dall'abbigliamento s'intuiva
facilmente che la foto era stata scattata durante il periodo estivo,
ma in quale anno? Dietro la donna, sullo sfondo, il Colosseo. Lei
sorrideva visibilmente contenta, sembrava quasi di vedere gli occhi
che le brillavano. Data l'ora, era il primo pomeriggio, il parco era
scarsamente frequentato ma a lui venne l'istinto di alzarsi dalla
panchina e andare in giro per vedere se poteva rintracciare la donna
della foto ed anche la persona che gliela aveva scattata. Un
tentativo inutile lo sapeva però voleva tentare ugualmente. Di tempo
ne aveva quel giorno e poi era tutto così splendido, parco e tempo
inclusi.Trascorsero circa due ore ma, all'infuori di una bella e
confortevole passeggiata nient'altro era accaduto. Nessuna traccia
della donna nella foto né della persona che l'aveva fotografata.
Rientrato in casa si mise di buzzo buono per cercare di ricomporre la
foto per intero e nel farlo si accorse che a tergo c'era scritta una
frase: "al mio adorato Diego, con tutto il mio amore, perché mi
tenga sempre con sé, Eleonora". Fu molto colpito da queste
parole e si convinse ancora di più di voler cercare quella giovane
donna che sapeva amare così, anche soltanto per vederla, sia pure da
lontano. Aveva venti giorni di ferie e lui non fece altro che
cercarla in ogni dove ma purtroppo senza alcun risultato. Mostrando
sempre la fotografia si era rivolto anche ad altri colleghi, cronisti
come lui e persino a funzionari di PS, Carabinieri, Guardie di
Finanza, Vigili Urbani, ma senza alcun risultato, al contrario era
arrivato al punto che molti finirono col deriderlo.Riprese la sua
vita monotona, casa e redazione di un quotidiano, e ciò produsse in
lui l'effetto di farlo desistere da quella sorta di sciocca
ossessione. Ad aiutarlo se ne occupò anche il redattore capo il
quale due giorni dopo il rientro lo chiamò e gli riferì che un suo
amico, commissario PS, gli aveva telefonato per dirgli che quella
mattina, sul marciapiede davan ti ad un albergo di Piazza Euclide,
era stato rinvenuto il corpo di un uomo che si era gettato dal
settimo piano dello stesso albergo . Si stavano già svolgendo le
indagini e quindi lui andò di corsa in quella piazza. Vide in terra
il suicida il quale aveva nella mano destra semiaperta una pistola di
grosso calibro. Disse agli agenti in servizio che era stato chiamato
dal commissario tal dei tali, riferì la stessa cosa al portiere
dell'albergo al quale chiese se il cadavere in terra era quello di un
cliente dell'albergo e si fece dare il numero della stanza. Giunto al
piano vide la porta della stanza spalancata e, facendosi notare il
meno possibile, si mise alle spalle dei funzionari che stavano
facendo il loro lavoro. Sul letto matrimoniale giaceva una donna
seminuda con un grosso foro in piena fronte dal quale era uscito
molto sangue. Stava quasi per gridare perché quella donna era
Eleonora, senza alcun dubbio. Fuggì da quella stanza imprecando.
Volle seguire le indagini di quell'inchiesta e venne a conoscenza di
altri particolari: la conferma che la donna si chiamava Eleonora, che
il nome dell'uomo era Diego il quale aveva ucciso prima lei e poi si
era gettato dalla finestra morendo sul colpo, che erano sposati ma
non tra di loro.
Svanita
la speranza di trovare Eleonora gli era rimasta la sua foto.
8 commenti:
Incredibile che storia può venir fuori dai resti di una foto stracciata, ritrovata in un giardino! Un caro saluto, Fabio
Da una foto distrutta, una storia sconvolgente ma misteriosa. Neanche si riesce ad immaginare il perché di quella doppia triste morte.
Da una foto distrutta, una storia sconvolgente ma misteriosa. Neanche si riesce ad immaginare il perché di quella doppia triste morte.
Che storia triste|
Purtroppo queste tragedie sono più che mai attuali e di solito è l'uomo che prende queste decisioni.
Cristià
Che storia. E partendo da una semplice foto sei riuscito a farci entrare tutti in un giallo pieno di phatos.
Grande Aldo.
Abbraccio.
Storia di una foto che ha dell'incredibile, ma la vita stessa è incredibile e questo tuo post lo conferma.
Mi fa picere leggerti caro Alduccio , ma dimmi che tempo fa a Roma?
Qui c'è un debole sole che non riscalda.
Buona domenica a te e famiglia con un abbraccio, ciao!
bella storia caro Aldo, ben congegnata, che ti tiene icollato a leggere la storia senza interrompersi neanche un attimo e fermarsi alla fine a riflettere sui casi della vita... tristezza per favore vai via....
Caro Aldo
un racconto di quelli tuoi, in cui riesi a costruire una storia magica a partire da un particolare, solitamente trascurabile.
Scusami per il lungo silenzio, dovuto a un periodo "così" che spero presto passerà. Oggi ho fatto un giro per i blog e ti assicuro che trovarti così presente e vivace mi consola e mi sprona.
Ti abbraccio con affetto
Nina
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