giovedì 3 dicembre 2009

Quarta puntata di A U T O S T O P

=Ma di te mi hai detto pochissimo
=Domani, domani ti metterò al corrente di qualche altro dettaglio, la strada per la Sicilia è ancora lunga, buena noche senorita
=Buena noche ombre
=Speriamo solo che qualche spagnolo non abbia sentito scambiarci la buonanotte nella sua lingua e non decida di spararci. =
Ho trascorso un’ottima nottata riposando tranquillamente ed anche Nino perché non si è mosso di un millimetro e non ha neppure russato; mi ha svegliato dolcemente invitandomi ad usare il bagno prima di lui e poi, dopo aver fatto un’abbondante colazione e sistemato il conto del motel, ci siamo rimessi in macchina. Gli ho fatto leggere il nome del paese dove si trova la comunità in cui dovrò andare e lui, che lo conosce bene, dice che si trova a circa 50 chilometri dal paese in cui andrà ad abitare da oggi in poi: allora gli ho rinnovato la richiesta di sapere anch’io qualcosa della sua vita.
=
Quando ieri ci siamo messi in viaggio partendo da quell’area di sosta nei pressi di Roma hai promesso che mi avresti detto in seguito alcune cose di te
=Hai ragione,tu hai avuto il coraggio di raccontarmi aspetti della tua vita fin troppo personali ed è giusto che anch’io faccia altrettanto ma non aspettarti clamorosi accadimenti =.
Ci rimettiamo in cammino e constato che abbiamo superato Napoli da una quindicina di chilometri; anche ad andatura tranquilla con la quale sto guidando la mia vetusta auto e osservando i limiti di velocità consentiti in autostrada, penso che stasera saremo in Sicilia. Chiedo a Fiorella seduta accanto a me, di prendere la carta automobilistica e le indico dove si trova il paese nei pressi del quale si trova la comunità raccomandatale dal frate e le faccio vedere anche il mio paese, quello dove andrò ad abitare da stasera in poi. Non sono molto distanti l’uno dall’altro e sono inoltre ben collegati tra loro per mezzo di un servizio d’ autobus che, nel raggio di circa 300 Km, forma come una corona, unendo altri piccoli paesi, al centro della quale c’é la città: Palermo. Mi chiede se andrò a stare da qualche parente ed allora credo sia giunto il momento di raccontarle qualcosa della mia vita, che non è poi nulla di speciale, evitandole i dettagli poco indicativi. Le confermo che quello oltre ad essere il paese in cui sono nato e cresciuto fino a quando ho terminato di frequentare le scuole inferiori, è anche il paese dei miei genitori, dei miei nonni e credo anche dei miei bisnonni che sono tutti sepolti nel locale piccolo cimitero dove abbiamo la tomba di famiglia: è rimasto un solo posto libero, ovviamente il mio. Non ho fratelli né sorelle e neppure altri parenti se non alla lontana ma che abitano in tutt’altre località. Quando si è trattato di andare alle superiori e poi all’università sono stato ospitato a Palermo da uno zio paterno. Appena laureato ho partecipato ad un concorso per insegnanti elementari e da lì ha avuto inizio la mia carriera scolastica che è terminata da docente universitario circa sette anni prima, quando sono andato in pensione. Neanche due anni dopo mia moglie, anche lei insegnante, è morta. Mio figlio e mia nuora hanno insistito perché io andassi a stare da loro: entrambi mi vogliono bene, lo so, ed altrettanto gliene voglio anch’io così come stravedo per quei due gemellini ma ho finito di accettare un po’ controvoglia sia perché ho dovuto lasciare la mia casa dove ho vissuto con mia moglie per oltre 50 anni e poi anche perché in considerazione del mio carattere e della mia età non è tutto “rose e fiori”. C’è stato poi un altro aspetto della questione: mio figlio e mia nuora hanno fatto l’impossibile per farmi sentire a mio agio ma più passava il tempo e più mi convincevo, forse sbagliando, che in più di un’occasione rappresentavo un ostacolo al loro modo di vivere. E’ pure vero che ho cercato di rendermi utile in molti modi facendo persino da baby-sitter ai due piccoli aquilotti ma circa un anno fa ho preso la decisione di tornarmene al paese natio e vivere lì fino a quando il mio destino verrà deciso. Ho dovuto lottare perché mio figlio e mia nuora non ne volevano nemmeno sentir parlare; poi, di fronte alla mia cocciutaggine, hanno dovuto cedere. Non mi sono mai disfatto di un casolare, proprietà della mia famiglia d’origine da oltre 150 anni se non di più, posto alla periferia del paese, in collina, distante circa un chilometro dal centro abitato. Certo ci sono voluti dei lavori di risanamento ma io ho preteso che rimanesse quasi tutto com’era ai tempi dei miei genitori. Nonostante le rimostranze di mio figlio non ho voluto far allacciare né la corrente elettrica né il telefono…niente impianto di riscaldamento perché c’è un gigantesco camino a legna che funziona a meraviglia; per bere e lavare, un pozzo di mia proprietà in cui la pressione della vena d’acqua è sufficiente a farla arrivare al livello del suolo; per cucinare, gas in bombole.
Frigorifero, lavatrice, televisore, computer e telefonino…fuori dalle…scatole. Soltanto una piccola radio con registratore incluso per le care musicassette di una volta, a batteria. Fiorella mi dice: “per i contatti con il mondo civile come farai?” ed io le rispondo che ci ho pensato per tempo. Intanto comincio col dire che vivono ancora lì molti vecchi amici, più o meno coetanei: ad esempio il farmacista; il parroco della chiesa più importante detta “la matrice”; l’unico medico che è poi anche il sindaco da circa trent’anni giacchè quando ci sono le elezioni amministrative nessuno si vuole candidare e si presenta soltanto lui con la sua lista civica; poi il proprietario e gestore dell’unico piccolo supermercato che vende di tutto: se ti serve una bara per il funerale lui te la procura senza alcuna difficoltà basta dirgli le misure ed il maresciallo dei carabinieri che comanda la locale stazione e che ho conosciuto di recente. Ah dimenticavo il notaio, anche lui nativo di quelle parti, che viene soltanto nei fine settimana per prendersi cura delle esigenze legali dei miei compaesani e infine i direttori degli unici ufficio postale e agenzia di banca che sono gli “acquisti più recenti” nel novero delle nostre amicizie. Con un pizzico di malizia lei soggiunge:”soltanto le persone che contano eh?” “No, soltanto gli amici”. “Il numero degli abitanti?” mi chiede “Qualche migliaio, non di più”. Ogni volta che ci torno, oltre a respirare un’ottima aria pulita, mi pare quasi di rinascere poiché io e gli amici cogliamo l’occasione per rivederci, discutere e giocare qualche partita a carte. C’è però una nota stonata, una sola per carità, ma che mi dà qualche fastidio. Un piccolo problema che risolverò adesso che tornerò nel mio paese per restarvi. “Di che si tratta?” “Lo vuoi proprio sapere? Va bene ti accontento. Posso solo dirti che si tratta di una donna: no, no, non scaldarti tanto, non dirmi che l’avevi immaginato perché non si tratta di quello che ti è venuto in mente e credi che qui vive la donna della mia vita…e non sghignazzare! Ti dico tutto. Lei si chiama Carmelina ed ha abitato a circa 500 metri da casa mia sin da quando è nata, vale a dire un paio di mesi dopo di me quindi abbiamo entrambi la stessa veneranda età: oltre 72 anni. Le nostre famiglie si frequentavano e noi abbiamo sempre giocato insieme…anche con altri naturalmente; abbiamo frequentato le stesse scuole fino al termine delle medie: ci volevamo bene come possono volersene due bambini di quelle età, provavamo simpatia l’uno per l’altra ma niente di più. Una bambina carina, piuttosto florida già da piccola ed ha seguitato ad esserlo ancora. Quando sono andato a Palermo per continuare gli studi anche lei ha compiuto lo stesso passo perché voleva diventare ostetrica. Lei era ospite di non so quale parente ma ci s’ incontrava spesso senza però mai aver superato i più semplici rapporti di fraterna amicizia: io mi limitavo a ritenerla una sorella niente di più ma di lei invece ho sempre saputo che avrebbe desiderato qualcosa di diverso. Ti prego, non prendermi in giro, non provavo nulla per lei. Col tempo le nostre strade si sono divise: io sono andato a fare l’insegnante a Roma e lei è tornata al nostro paese a fare la levatrice e credo che abbia contribuito a far nascere un’infinità di bimbetti. Lei non è stata da meno: pensa che, nel corso della sua vita si è sposata tre volte ed altrettante è rimasta vedova. Ha avuto undici figli dai tre matrimoni, dei quali sette non ce l’hanno fatta e sono stati portati a far compagnia ai loro padri, mentre i quattro rimasti, presagendo la “mala parata”, sono emigrati chi nelle Americhe, chi in Australia, chi in Arabia Saudita e chi in Sudafrica, beninteso sempre attaccati alla loro madre Carmelina ma per posta e per telefono. E’ una cara donna, diciamo pure donnone perché è diventata molto grossa, scoppia di salute ed è molto buona e generosa con tutti. Non crea problemi a nessuno e non esiste chi non le vuole bene. Possiede un istinto materno e protettivo innato verso il prossimo e, purtroppo, da quando ha saputo che tornerò ad abitare nel mio casolare poco distante da lei…apriti cielo…)
DOMANI QUINTA PUNTATA

10 commenti:

riri ha detto...

Ciao Aldo, ce l'ho fatta ed ho letto 3a e 4a. insieme:-) Bè, la storia diventa sempre più ricca, un ex professore con i suoi ricordi, una ragazza da recuperare, un casolare..Ecco, a dirti il vero m'intriga molto, forse perchè adoro questi posti di campagna dove si può vivere come su un'isola, priva dei confort? a cui siamo abituati....Aspetto il seguito, con affetto tua fedele e ritardataria ma sempre presente lettrice:-)

Luigina ha detto...

Accidenti, rirì arriva sempre prima di me e,come sempre, mi "ruba" le parole dalla... tastiera :) Però devo dire che Carmelina non me l'aspettavo. Ma ho il presentimento che le strade di questi due, arrivati in Sicilia, non si separeranno. In attesa di essere smentita dal tuo ennesimo "Coupe de Theatre" ti auguro una splendida giornata

Rosaria ha detto...

Aldo, stamattina mi son detta, la prima cosa da fare è andare da Aldo, ho letto tutto.
Trovare un uomo che non russa, è stata la seconda fortuna di Fiorella.
La prima è stata che ha incontrato
Nino.
Il viaggio a quanto pare va bene
e le varie confessioni sono interessanti.
Nino è ben rappresentato e questo da speranza a chi viaggia con l'autop
Dimenticavo....Nino ha fatto bene a tornare al suo paese
Stare con i figli è bello,ma Nino ha preso una buona decisione.
Adesso ci resta da conoscere
Carmelina.
Un bacione e buona giornata caro aldino

amatamari© ha detto...

Ma le puntate sono più brevi oppure è solo una mia sensazione?
Comunque sappi che leggo sempre ed aspetto il finale per commentare...
:-)

zefirina ha detto...

come amatamari

Gianna ha detto...

Però...che coincidenza:recarsi in Sicilia in due località poco distanti.
Questo mi fa pensare.

Pupottina ha detto...

ciao Aldo!!!
che storia triste quella di Nino che sceglie la solitudine e la tranquillità di un casolare privo di tutte le cose di cui non possiamo fare a meno... è un eremita ...
lei è una ragazza intelligente, ma problematica...
nel weekend continuerò a leggere per sapere come andrà a finire...
^______________^

Nicolanondoc ha detto...

Caro Aldo la scritta è la seguente:

In un bagno pubblico
sezione maschietti:

Vi informiamo che
quello che avete
in mano non è un
idrante e per
terra, non c'è un
incendio.

Se clicchi sulla foto lo scritto s'ingrandisce e si vede meglio, altrimenti hai problemi con il P.C. :-)))
Se posso esserti utile in qualche modo c'è la mail sul mio profilo.
Un caro saluto

il monticiano ha detto...

@riri: Ho ampliato un po' il campo del racconto per cercare di renderlo più interessante.

@Luigina: Grazie per il "Coupe de Theatre" che spero riesca ancora a ripetere.
A te una buona notte.

@rosy: Sono contento che la storia ti interessi fin dai minimi dettagli.
Ricambio e ti auguro una buona notte.

@amatamari: Sì le puntate sono più corte di quattro o cinque righe, ma non potevo agire differentemente.

@zefirina: D'accordo anche con te.

@stella: Le apparenze a volte possono portare fuori strada.

@Pupottina 1^) e 2^) Nel racconto cerco di bilanciare le vicende tristi con quelle ironiche.

@Nicolanondoc: Ti ringrazio per i tuoi consigli.

chicchina ha detto...

Sempre intriganti e pieni di attese i tuoi racconti.Aspetto il colpo di scena finale,ma tutto promette bene,fin qui.
Ciao Aldo,a domani,allora.